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Ikai's story
Armonia, semplicità e purezza

Il Riso
Il riso è il secondo cereale più diffuso al mondo, introdotto in Giappone dalla Cina nel VI secolo a.C., dove divenne presto l'alimento principale della cucina locale, il cibo degli dei, cui tutt'ora viene offerto in particolari ricorrenze.
Del riso in Giappone viene utilizzato tutto: il sake, la bevanda nazionale, viene distillata proprio dal riso, le foglie vengono utilizzate per la creazione di oggetti di uso comune, le spighe vengono invece utilizzate per la composizione dei tatami e per la costruzione dei tetti tradizionali delle case, ed infine anche gli scarti sono utilizzati per la produzione di carta.

La Pasta
La pasta giapponese si distingue in due tipi, quella impastata con grano saraceno ( soba ), dall'aspetto più scuro, e quella impastata con il frumento ( udon e somen ).
La pasta giapponese è un alimento che, come il sushi, sta alla base della dieta quotidiana, consumata solitamente in cestelli di bambù accompagnati da piatti rettangolari contenenti i condimenti nei quali la pasta potrà essere intinta.

La Carne
Il consumo di carne in Giappone è un fenomeno relativamente recente. Prima della restaurazione del 1868 il buddismo imponeva di non consumare carne di esseri a quattro zampe, solo cacciagione quale il cinghiale veniva accettata.
La carne solitamente viene servita in pezzi appositamente per permetterne la fruizione con le bacchette: l'uso di forchetta e coltello infatti non era consueto nella tradizione giapponese.

Le Verdure
Molto importanti nell'alimentazione quotidiana, oltre alle verdure occidentali i giapponesi consumano tuberi e vegetali in foglia tipici della cucina orientale, quali daikon ( rapa bianca ), hakusai ( cavolo cinese ), satoimo ( una specie di patata ), radici di gobo e di loto, germogli di bambù e di soia. Inoltre la tradizione buddista tramanda una tradizionale cucina vegetariana ( dovuta al divieto imposto dalla religione al consumo di carni animali ) con preparazioni complesse che richiedono lunghi tempi di lavorazione. Nella composizione dei piatti viene privilegiato l'accostamento cromatico a quello di gusto.

Il Sakè
Sakè, il cui significato letterale è "bevanda degli dei", viene ricavato dalla distillazione del riso fermentato con l'aggiunta di acqua: si ottiene in questo modo un liquore di 15-17 gradi, che va consumato solitamente tra i 3 e i 12 mesi dalla distillazione.
Il gusto dipende essenzialmente dalla purezza delle acque con cui viene distillato, ragion per cui le migliori zone di produzione sono quelle ricche di sorgenti naturali.

Il The
Portato in Giappone dalla Cina nel IX secolo da un monaco buddista, il the giapponese ha poco a che vedere con il tradizionale the scuro europeo. Il the giapponese è principalmente the verde, bevuto senza aggiunta di zucchero, limone o latte.
E' il simbolo dell'ospitalità giapponese, e viene offerto, come in Italia il caffè, all'ospite in qualasi occasione.
Il raccolto del the avviene quattro volte all'anno, sempre a mano, e viene poi preparato con appositi utensili e particolare cura.

Il Wasabi
Il wasabi, conosciuto anche come ravanello giapponese, è una pianta dal cui fusto si estrae una pasta di colore verde e dal sapore piccante, usata per accompagnare sushi e sashimi, da sola o sciolta nella salsa di soia. Viene solitamente servito a parte in apposite ciotole, in cui poi poter intingere direttamente in tavola le porzioni di sushi e di sashimi.

La Soia
La soia trova diverse applicazioni nella cucina giapponese: è ad esempio alla base della zuppa di miso, miscela di semi di soia fermentati con acqua, sale e riso, oppure abbinata ai fagioli nel "natto", o nella classica salsa di soia, utilizzata come condimento e spesso servita a tavola in apposite ciotole. La salsa di soia conferisce ai piatti un sapore simile a quello della carne, ed è alla base anche di molte altre salse utilizzate nella cucina giapponese, quale la salsa teriyaki, utilizzata su verdure e carne alla brace, e la salsa kabayaki, utilizzata con il pesce.

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